Addio alle armi
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Assicuratevi di leggerlo.
Il Signore del Castello, i Guardiani e i Dignitari PRESUPPONGONO che chiunque anche solo metta piede in queste sale abbia letto il Regolamento. "Non lo sapevo" non esiste.
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- Antottt
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Addio alle armi
O anche, Ask Me Anything - storie di sbirri
Come alcuni di voi sanno ho un passato nelle forze armate e dell'ordine, dove ho avuto incarichi di livello medio-alto che ho cambiato molto spesso. E mentre non sono in condizione di parlare liberamente del presente, del passato ormai posso più o meno raccontare quasi tutto, almeno tutto quello che non è coperto da segreto ed è andato in giudicato / prescrizione. Visto che Phobos è un po' che me lo chiede, eccomi qua.
Userò questo thread per scaricarmi dalla coscienza qualche breve episodio che mi viene in mente, e che soprattutto mi viene voglia di scrivere, mentre voi potete usarlo per chiedermi un po' di tutto delle mie pazze esperienze in zone di guerra in giro per il mondo e in regioni infestate dalle mafie, o del mondo militare e delle forze di polizia in genere. Non è detto che sappia la risposta o che quello che so sia aggiornatissimo, ma è probabile che ne sappia comunque più della media.
Per ovvie ragioni, nomi e luoghi potranno essere variati a mio piacimento. Se trovate qualche incongruenza, bravi, sappiate che è voluto.
Come alcuni di voi sanno ho un passato nelle forze armate e dell'ordine, dove ho avuto incarichi di livello medio-alto che ho cambiato molto spesso. E mentre non sono in condizione di parlare liberamente del presente, del passato ormai posso più o meno raccontare quasi tutto, almeno tutto quello che non è coperto da segreto ed è andato in giudicato / prescrizione. Visto che Phobos è un po' che me lo chiede, eccomi qua.
Userò questo thread per scaricarmi dalla coscienza qualche breve episodio che mi viene in mente, e che soprattutto mi viene voglia di scrivere, mentre voi potete usarlo per chiedermi un po' di tutto delle mie pazze esperienze in zone di guerra in giro per il mondo e in regioni infestate dalle mafie, o del mondo militare e delle forze di polizia in genere. Non è detto che sappia la risposta o che quello che so sia aggiornatissimo, ma è probabile che ne sappia comunque più della media.
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- Antottt
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Addio alle armi
Comincio con la storia di uno stalker che abbiamo trattato con metodi non proprio convenzionali qualche anno fa, visto il là del thread sul femminicidio che ha impostato il tema.
Stavo facendo un aperitivo, rigorosamente da solo, nell'unico locale che avevo deciso di frequentare in zona. I proprietari erano gente per bene che accettava di guadagnare un po' meno dato che nel loro bar venivano gli sbirri (e quindi non andavano tutti gli altri). Mentre sono lì che mi godo il caldo asfissiante dell'estate calabra mi si avvicina Marta, giovane impiegata di un negozio di estetista, Comandante posso? Sorrido, ormai ti sei seduta vorrei dire, ma chiedere che sappia leggere il non verbale mi pare evidentemente troppo, infatti mi piazza sto pippone assurdo sulla sua amica Giovanna, bellissima ragazza, sesta di reggiseno, fisico da urlo, studiosa, giovane, intelligente, neolaureata in legge, di buona famiglia, a marti' lo so chi è Giovanna, ormai conosco tutti in sto buco di merda dimenticato da dio le vorrei dire, ma sto zitto e ascolto perché ora sono incuriosito, strano modo di piazzarmi l'amica dico, lo sanno tutti che sono fidanzato tipo Montalbano che ha la Livia dall'altra parte d'Italia, cosa mi vuoi raccontare Martolina cara, che pure te non sei bellissima ma du' botte...
Ma la Marta è seria, serissima, mi racconta che Giovanna ha un ex, e anche questo lo sappiamo, solo che non sono proprio ex no? (Chiedo io) Ma mi dice ora si sono proprio mollati, o almeno secondo lei, solo che Matteo proprio non lo accetta, ha preso a seguirla, la tempesta di messaggi e chiamate, lei se ne è andata di casa e lui non le vuole restituire "le robe" (dio bono, penso, l'italiano), non le ha voluto dare neanche le chiavi della macchina, tanto che lei è dovuta andare a prendersi il doppione a casa dei suoi, e lui si è fatto trovare lì sotto, e pure sotto il posto di lavoro, perché Giovanna ha cominciato a fare pratica in uno studio legale, e sta cosa a lui lo manda ai matti, le dice che lei non ha bisogno di lavorare, che ci pensa lui, che non capisce perché deve andare a farsi trattare male a Catanzaro quando lui con il negozio guadagna per tutti e due, e va "a studio" tutti i giorni e la segue da quando scende dalla macchina a quando si chiude dietro il portone, e Giovanna ha paura a uscire di casa, quando torna al paese chiama prima le amiche per sentire se lui è in giro, ma in qualche modo Matteo sa sempre dove sta e sta sempre in mezzo, bisogna fare qualcosa che questa se ne vuole scappare...
E parla Marta, parla a macchinetta e suda e si scusa ma continua a parlare, io a un certo punto mi estraneo, continuo a fare ascolto attivo annuendo e ripetendo le ultime parole delle frasi, la incoraggio pure ma ormai la seguo a metà. Vorrei partire con la solita tiritera, allora dì alla tua amica che ha 90 giorni per fare denuncia, poi mandiamo tutto al PM, poi bisogna aspettare che legga e si decida a delegarci qualche indagine, nel frattempo questo è il numero del centro antiviolenza e in bocca al lupo (siamo nei primi anni 10, c'erano anche molti meno strumenti di ora), però no, stavolta mi si sono alzati i peli sulla schiena, quei pochi sopravvissuti alle sedute di luce pulsata, ho una specie di pesantezza di stomaco e di ronzio nelle orecchie che non è solo Marta che parla e il gin tonic a stomaco vuoto, no, mi sto preoccupando, è raro ma capita. Questo è un merdone. Sono preoccupato. Marta, basta così. Domani, alle dieci, aspetto Giovanna in ufficio.
Ma guarda che lei non lo vuole denunciare, allora non hai capito.
No sei tu che non hai capito, o viene lei o me la porta la pattuglia che la va a prendere sotto casa. Dai vieni anche tu, così magari si fa coraggio. Domani mi portano i pasticciotti da Lecce. Speciali. Fidati.
Stavo facendo un aperitivo, rigorosamente da solo, nell'unico locale che avevo deciso di frequentare in zona. I proprietari erano gente per bene che accettava di guadagnare un po' meno dato che nel loro bar venivano gli sbirri (e quindi non andavano tutti gli altri). Mentre sono lì che mi godo il caldo asfissiante dell'estate calabra mi si avvicina Marta, giovane impiegata di un negozio di estetista, Comandante posso? Sorrido, ormai ti sei seduta vorrei dire, ma chiedere che sappia leggere il non verbale mi pare evidentemente troppo, infatti mi piazza sto pippone assurdo sulla sua amica Giovanna, bellissima ragazza, sesta di reggiseno, fisico da urlo, studiosa, giovane, intelligente, neolaureata in legge, di buona famiglia, a marti' lo so chi è Giovanna, ormai conosco tutti in sto buco di merda dimenticato da dio le vorrei dire, ma sto zitto e ascolto perché ora sono incuriosito, strano modo di piazzarmi l'amica dico, lo sanno tutti che sono fidanzato tipo Montalbano che ha la Livia dall'altra parte d'Italia, cosa mi vuoi raccontare Martolina cara, che pure te non sei bellissima ma du' botte...
Ma la Marta è seria, serissima, mi racconta che Giovanna ha un ex, e anche questo lo sappiamo, solo che non sono proprio ex no? (Chiedo io) Ma mi dice ora si sono proprio mollati, o almeno secondo lei, solo che Matteo proprio non lo accetta, ha preso a seguirla, la tempesta di messaggi e chiamate, lei se ne è andata di casa e lui non le vuole restituire "le robe" (dio bono, penso, l'italiano), non le ha voluto dare neanche le chiavi della macchina, tanto che lei è dovuta andare a prendersi il doppione a casa dei suoi, e lui si è fatto trovare lì sotto, e pure sotto il posto di lavoro, perché Giovanna ha cominciato a fare pratica in uno studio legale, e sta cosa a lui lo manda ai matti, le dice che lei non ha bisogno di lavorare, che ci pensa lui, che non capisce perché deve andare a farsi trattare male a Catanzaro quando lui con il negozio guadagna per tutti e due, e va "a studio" tutti i giorni e la segue da quando scende dalla macchina a quando si chiude dietro il portone, e Giovanna ha paura a uscire di casa, quando torna al paese chiama prima le amiche per sentire se lui è in giro, ma in qualche modo Matteo sa sempre dove sta e sta sempre in mezzo, bisogna fare qualcosa che questa se ne vuole scappare...
E parla Marta, parla a macchinetta e suda e si scusa ma continua a parlare, io a un certo punto mi estraneo, continuo a fare ascolto attivo annuendo e ripetendo le ultime parole delle frasi, la incoraggio pure ma ormai la seguo a metà. Vorrei partire con la solita tiritera, allora dì alla tua amica che ha 90 giorni per fare denuncia, poi mandiamo tutto al PM, poi bisogna aspettare che legga e si decida a delegarci qualche indagine, nel frattempo questo è il numero del centro antiviolenza e in bocca al lupo (siamo nei primi anni 10, c'erano anche molti meno strumenti di ora), però no, stavolta mi si sono alzati i peli sulla schiena, quei pochi sopravvissuti alle sedute di luce pulsata, ho una specie di pesantezza di stomaco e di ronzio nelle orecchie che non è solo Marta che parla e il gin tonic a stomaco vuoto, no, mi sto preoccupando, è raro ma capita. Questo è un merdone. Sono preoccupato. Marta, basta così. Domani, alle dieci, aspetto Giovanna in ufficio.
Ma guarda che lei non lo vuole denunciare, allora non hai capito.
No sei tu che non hai capito, o viene lei o me la porta la pattuglia che la va a prendere sotto casa. Dai vieni anche tu, così magari si fa coraggio. Domani mi portano i pasticciotti da Lecce. Speciali. Fidati.
- Lord Phobos
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Addio alle armi
Ma che è, si paga per la seconda puntata?
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Addio alle armi
Stocazzo di prime con la pubblicità.
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Addio alle armi
No, solo la spezzo sennò vien troppo lunga da leggere
Domani vi racconto di Giovanna
- Nobsy
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Addio alle armi
Ho ricevuto PM con la parte 2 ma per la privacy non posso pubblicarlo paro paro quindi farò solo un sunto:
Marta è evidentemente afflitta - lei forse sperava prendessimo in consegna la cosa senza dir niente a nessuno, mentre ora era in ballo.
La mattina dopo arrivano i pasticciotti leccesi.
Ora, i più scafati di voi avranno forse intuito di cosa sto parlando: si tratta dei dolci tipici pugliesi, dalle sembianze di un plumcake Mulino Bianco, un po’ più schiacciato a mo’ di barchetta, ma solo di forma. Il cuore è invece crema o amarena, avvolto in un biscotto molto morbido da mangiare rigorosamente caldo.
I pasticciotti sono così: buoni caldi, avvolgenti, e sempre più buoni dove li prendi tu, “in quel posto lì che conosco io ”.
Se la cosa vi ricorda qualcosa, è perché doveva farlo..
Giovanna. Giovanna ama la pizza.
La pizza è napoletana, direte voi, ma per me che ho girato il mondo queste certezze un po’ evaporano - si la pummarola, sì la bufala, sÌ il basilico, ma verità è che se non avete mai mangiato una morbida pizza con ragno cammello fritto, non potete dire di avere vissuto.
Giovanna non aveva mai mangiato una pizza al ragno cammello fritto, e così il mio piano ha inizio…
Marta è evidentemente afflitta - lei forse sperava prendessimo in consegna la cosa senza dir niente a nessuno, mentre ora era in ballo.
La mattina dopo arrivano i pasticciotti leccesi.
Ora, i più scafati di voi avranno forse intuito di cosa sto parlando: si tratta dei dolci tipici pugliesi, dalle sembianze di un plumcake Mulino Bianco, un po’ più schiacciato a mo’ di barchetta, ma solo di forma. Il cuore è invece crema o amarena, avvolto in un biscotto molto morbido da mangiare rigorosamente caldo.
I pasticciotti sono così: buoni caldi, avvolgenti, e sempre più buoni dove li prendi tu, “in quel posto lì che conosco io ”.
Se la cosa vi ricorda qualcosa, è perché doveva farlo..
Giovanna. Giovanna ama la pizza.
La pizza è napoletana, direte voi, ma per me che ho girato il mondo queste certezze un po’ evaporano - si la pummarola, sì la bufala, sÌ il basilico, ma verità è che se non avete mai mangiato una morbida pizza con ragno cammello fritto, non potete dire di avere vissuto.
Giovanna non aveva mai mangiato una pizza al ragno cammello fritto, e così il mio piano ha inizio…
- Il FaS
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Addio alle armi
Ma stai a Lecce o in zona Lecce?
Io domani sera atterro a Brindisi e fino al 28 Luglio saro' in Salento, un po' in vacanza un po' lavorando, tra un paese che si chiama Martano, Lecce e Torre dell'Orso.
Io domani sera atterro a Brindisi e fino al 28 Luglio saro' in Salento, un po' in vacanza un po' lavorando, tra un paese che si chiama Martano, Lecce e Torre dell'Orso.
- Lord Phobos
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Addio alle armi
Ho una diapositiva di Giovanna.
C'è voluto un po'.
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Una zona che conosco meglio della mia provincia d'origine, e che purtroppo ormai riesco a frequentare molto poco. A Martano vai da Sanna o da Roberto all'armonia del sapore. Goditela.
- Bargle
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Mi sono letto la storia tutta d'un fiato e hai troncato sul più bello.
Mi sento come da adolescente quando mi volevo fare una sega con le pubblicità dei telefoni porno, poi a un certo punto comparivano Wanna Marchi o Mamma Ebe e io mi ritrovavo sul più bello con il pesce in mano a guardare ste due befane di merda.
Mi sento come da adolescente quando mi volevo fare una sega con le pubblicità dei telefoni porno, poi a un certo punto comparivano Wanna Marchi o Mamma Ebe e io mi ritrovavo sul più bello con il pesce in mano a guardare ste due befane di merda.
*** prego inserire qui frase abbastanza profonda ma allo stesso simpatica per fare innamorare le utentesse ***
- 40 anni vergine
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Giuro non ci ho capito un cazzo, so solo che l'aperitivo da solo mi ha fatto volerti bene, i know that feel, bro.
- Hasky
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Addio alle armi
Domanda: in generale, qual è il livello di preparazione circa la gestione e la "conoscenza" delle armi di servizio?
RIcordo una guardia giurata CONVINTISSIMA che una normale porta di legno fosse sufficiente a fermare i 9 mm...
RIcordo una guardia giurata CONVINTISSIMA che una normale porta di legno fosse sufficiente a fermare i 9 mm...
- SpongeBob
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Passiamo alle domande serie, prima di sentire il resto della storia.
Ti sei mai trovato in scontri a fuoco?
Hai mai steso qualcuno?
Ti sei mai trovato in scontri a fuoco?
Hai mai steso qualcuno?
- Antottt
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Addio alle armi
Vabbé, è piaciuto?
Allora vado avanti
I pasticciotti non arrivarono, quello che li doveva portare fuse il motore sulla Sila. Ma Giovanna venne. E Giovanna, beh, Giovanna c'è poco da far giri di parole, Giovanna è una fregna stratosferica. Giovanna è uno spettacolo della natura. Giovanna è una femmina sontuosa, che si muove come un ghepardo, da farti balbettare e perdere il filo del discorso.
A parte 'ste bocce leggendarie che prima arrivano loro e poi segue il resto, ha 26 anni e di fisico è asciutta, magra pure, un controsenso, una sfida alle leggi della genetica. Mi si presenta prima di andare in ufficio, in tenuta da avvocatessa rampante, tallieur, tacco basso, capelli nerissimi raccolti in uno chignon, carnagione bianca, lattiginosa, una pelle incredibile, occhiali da pornoattrice, da farmi scoppiare la caserma, che infatti esplode come un pentolone pieno di tritolo sul bordo della strada per Nassiriya, c'è una pattuglia in uscita che è da mezzora ferma al cancello accampando scuse, la gente si affaccia dagli uffici, il piantone la annuncia al telefono col tono di chi la sa lunga, ma chi te la ha mai data 'sta confidenza, coglione, e d'altronde quando la hanno vista qua dentro una cosí tanta?
Quando entra nel mio ufficio io la guardo fissa negli occhi perché se distolgo un attimo lo sguardo è un casino, che figura da peracottaro ci faccio? Antottt mi dico, nun fa lo stronzo, mi dice nella mia testa la voce della Gerini in grande grosso e Verdone, ma contemporaneamente non posso non pensare che sembra disegnata, uscita da un hentai giapponese, come si chiamava quello pieno di satanisti con la professoressa col cazzo che si chiavava le studentesse?
Facendo disperato appello a tutti i miei titoli di studio e alle medaglie sul petto riesco a tenere la poker face fin dopo i convenevoli, e quando la ragazza comincia a parlare la parte razionale del cervello si accorge che Giovanna è parecchio sveglia. Comincia piuttosto diretta: io qua manco ci volevo venire, ma visto che ci sono ormai ve lo dico, sono anni che lo voglio mollare a questo, non ci riuscivo prima perché non avevo un lavoro, non ci riesco adesso perché ho paura che si ammazzi.
Comincio a far domande e la situazione, se possibile, peggiora, insieme all'acufene che è il premio per i troppi pomeriggi passati a sparare in poligono e per qualche bombetta caduta troppo vicino: Giovanna ha conosciuto Matteo quando aveva 19 anni, lui ne ha 15 di piú, ha perso la testa, la ha ricoperta di regali, fragole champagne e alberghi a Positano, è finita che ha mollato moglie e figlio per lei, ma essendo che gli affari all'epoca andavano bene non aveva problemi a mantenerli.
Che è cambiato, non posso fare a meno di chiedere? È cambiato che Giovanna è cresciuta, ha fatto l'università e si è accorta che alla fine si, Matteo c'ha i soldi ma solo quelli (e manco tanti, direbbe un maligno) e comunque sotto sotto è un ignorantone che si sente tre cazzi e mezzo perché non è mai uscito dal paesello, e lei vorrebbe fare altro, sopratutto vorrebbe mettere a frutto sta laurea che è costata un botto ai suoi, provare i concorsi, magari boh andarsene al nord, farsi una vita e un'indipendenza, ma questo a Matteo non va proprio giù, dice ma che bisogno c'è, non ci manca nulla, manco voleva che studiasse a dire il vero.
Matteo è sempre stato possessivo, ma ora che le cose non vanno è diventato un caso da manuale. Sotto casa dei genitori al mattino, la segue fino al lavoro perché vuole parlarle, telefonate e messaggi continui, lei lo ha bloccato ma si è fatto altri due numeri, e allora si che si è precipitato urlando sotto casa come un pazzo minacciando di tirarsi un colpo in testa, se lei non le risponde chiama le amiche per sapere dove è, se le amiche non rispondono chiama i genitori, gira per il paese a chiedere, si mette in piazza a presidiare finché non la trova, di solito con la scusa che è sempre questione di vita e di morte, che ha sempre cose troppo importantida dirle.
Il vago ronzio nel mio orecchio è diventato un fischio distinto adesso, mentre sento me stesso che non può fare a meno di chiedere:
"C'è qualcun'altro?"
Segue silenzio-assenso.
"E lui lo sa?"
"Non lo so. Lo sospetta. Credo. Non lo so."
Guardo intensamente la prua della moto d'acqua blu che sta sul calendario della Polizia di Stato, mese di luglio.
"Peró non è mai stato violento" dice poi lei. "Cioè, certo, si litigava, ma una cosa normale."
Taccio.
"Matteo è geloso, mi vuole bene. A volte fa delle scenate. Si vede che ci tiene. Alla fine mi dispiace per lui. È anche un po' colpa mia questa situazione. "
Muto. C'è una gigantografia di me a cavallo sul muro. Ma come si fa a mettere una gigantografia equestre di sé stesso in ufficio. Ma la gente che deve pensare? Che sei un pallone gonfiato megalomane, ovvio. A mia discolpa posso solo dire che me la hanno regalata. Uno dei migliori investigatori che ho. Bravissimo. Competente. Onesto. Con un gusto un po' barocco per i regali, certo. Ma che avrei dovuto fare, non la appendevo? Poi quello si offende. La ha cercata su internet, ha contattato il fotografo, si è fatto mandare la versione hi-res senza watermark, la ha stampata a spese sue su tela formato unmetroperunmetroequaranta. E io la tolgo? Come minimo mi smette di lavorare e fa domanda di trasferimento. C'ho pure un'espressione da coglione in quella foto. Dio cristo.
"Al massimo ha rotto qualche soprammobile in casa."
Ora la fisso negli occhi. A guardare bene è truccata un po' pesantemente. Alzo un sopracciglio come faceva mia nonna quando non le dicevo la verità. Lei guarda da un'altra parte. Magari ha già parlato qualcun'altro, pensa?
Io dico solo:
"Giovanna..."
"La settimana scorsa mi ha strattonato nel parcheggio. E poi ha dato uno schiaffo."
Dall'orecchio destro non sento più, c'è dentro un concerto d'archi misto ad un uragano di quarta categoria. Giovanna, dico, qui finisce male. Capisco che non vuoi fare denuncia, ma non ti posso mandare via così. Dammi qualcosa su cui lavorare.
Aiutami ad aiutarti, mi viene in mente, poi mi mordo la lingua perché davvero, che cazzo è la pubblicità dell'8 per mille?
Giovanna ci pensa un po', ha gli occhi lucidi, ma poi comincia a parlare. Davvero stavolta. Il tono è diverso adesso. Triste quasi. Peró è precisa Giovanna, luoghi e circostanze e date e orari, parla bene, bella testa, unico difetto - per i miei gusti - questa forte inflessione dialettale. E d'altronde lei è figlia di gente a modo ma non appartenenti all'aristocrazia meridionale, non ha potuto fare la Luiss fuori sede spesata e pagata a Roma come tutti i vari figli di papà, non ha ancora smorzato l'accento.
Avrà modo di rimediare, come constateró anni dopo. Perché diventerà la compagna di un mio caro amico romano, un gran figo 40enne con MBA alla bocconi, RAL a 6 cifre, villone e un rivamare da 12 metri. E su suddetta barca, una volta, per la gioia degli occhi e dello spirito, resterà in topless, togliendomi il dubbio una volta per tutte: non proprio come le tettone finte disegnate che ricordavo io, ma leggermente più burrose. Meglio dei film che mi ero fatto. Indimenticabili.
"Bible black! Era bible black quell'hentai del cazzo!" Dico dando una manata sul tavolo.
Per fortuna mi viene in mente dopo che se ne è andata, mentre sto riordinando gli appunti e discutendo con due ragazzi fidati su quel che resta da fare. Loro si scambiano uno sguardo ma non dicono niente, d'altra parte il capo parla bene l'inglese ed è notoriamente un po' estroso, ci sono abituati.
Allora vado avanti
I pasticciotti non arrivarono, quello che li doveva portare fuse il motore sulla Sila. Ma Giovanna venne. E Giovanna, beh, Giovanna c'è poco da far giri di parole, Giovanna è una fregna stratosferica. Giovanna è uno spettacolo della natura. Giovanna è una femmina sontuosa, che si muove come un ghepardo, da farti balbettare e perdere il filo del discorso.
A parte 'ste bocce leggendarie che prima arrivano loro e poi segue il resto, ha 26 anni e di fisico è asciutta, magra pure, un controsenso, una sfida alle leggi della genetica. Mi si presenta prima di andare in ufficio, in tenuta da avvocatessa rampante, tallieur, tacco basso, capelli nerissimi raccolti in uno chignon, carnagione bianca, lattiginosa, una pelle incredibile, occhiali da pornoattrice, da farmi scoppiare la caserma, che infatti esplode come un pentolone pieno di tritolo sul bordo della strada per Nassiriya, c'è una pattuglia in uscita che è da mezzora ferma al cancello accampando scuse, la gente si affaccia dagli uffici, il piantone la annuncia al telefono col tono di chi la sa lunga, ma chi te la ha mai data 'sta confidenza, coglione, e d'altronde quando la hanno vista qua dentro una cosí tanta?
Quando entra nel mio ufficio io la guardo fissa negli occhi perché se distolgo un attimo lo sguardo è un casino, che figura da peracottaro ci faccio? Antottt mi dico, nun fa lo stronzo, mi dice nella mia testa la voce della Gerini in grande grosso e Verdone, ma contemporaneamente non posso non pensare che sembra disegnata, uscita da un hentai giapponese, come si chiamava quello pieno di satanisti con la professoressa col cazzo che si chiavava le studentesse?
Facendo disperato appello a tutti i miei titoli di studio e alle medaglie sul petto riesco a tenere la poker face fin dopo i convenevoli, e quando la ragazza comincia a parlare la parte razionale del cervello si accorge che Giovanna è parecchio sveglia. Comincia piuttosto diretta: io qua manco ci volevo venire, ma visto che ci sono ormai ve lo dico, sono anni che lo voglio mollare a questo, non ci riuscivo prima perché non avevo un lavoro, non ci riesco adesso perché ho paura che si ammazzi.
Comincio a far domande e la situazione, se possibile, peggiora, insieme all'acufene che è il premio per i troppi pomeriggi passati a sparare in poligono e per qualche bombetta caduta troppo vicino: Giovanna ha conosciuto Matteo quando aveva 19 anni, lui ne ha 15 di piú, ha perso la testa, la ha ricoperta di regali, fragole champagne e alberghi a Positano, è finita che ha mollato moglie e figlio per lei, ma essendo che gli affari all'epoca andavano bene non aveva problemi a mantenerli.
Che è cambiato, non posso fare a meno di chiedere? È cambiato che Giovanna è cresciuta, ha fatto l'università e si è accorta che alla fine si, Matteo c'ha i soldi ma solo quelli (e manco tanti, direbbe un maligno) e comunque sotto sotto è un ignorantone che si sente tre cazzi e mezzo perché non è mai uscito dal paesello, e lei vorrebbe fare altro, sopratutto vorrebbe mettere a frutto sta laurea che è costata un botto ai suoi, provare i concorsi, magari boh andarsene al nord, farsi una vita e un'indipendenza, ma questo a Matteo non va proprio giù, dice ma che bisogno c'è, non ci manca nulla, manco voleva che studiasse a dire il vero.
Matteo è sempre stato possessivo, ma ora che le cose non vanno è diventato un caso da manuale. Sotto casa dei genitori al mattino, la segue fino al lavoro perché vuole parlarle, telefonate e messaggi continui, lei lo ha bloccato ma si è fatto altri due numeri, e allora si che si è precipitato urlando sotto casa come un pazzo minacciando di tirarsi un colpo in testa, se lei non le risponde chiama le amiche per sapere dove è, se le amiche non rispondono chiama i genitori, gira per il paese a chiedere, si mette in piazza a presidiare finché non la trova, di solito con la scusa che è sempre questione di vita e di morte, che ha sempre cose troppo importantida dirle.
Il vago ronzio nel mio orecchio è diventato un fischio distinto adesso, mentre sento me stesso che non può fare a meno di chiedere:
"C'è qualcun'altro?"
Segue silenzio-assenso.
"E lui lo sa?"
"Non lo so. Lo sospetta. Credo. Non lo so."
Guardo intensamente la prua della moto d'acqua blu che sta sul calendario della Polizia di Stato, mese di luglio.
"Peró non è mai stato violento" dice poi lei. "Cioè, certo, si litigava, ma una cosa normale."
Taccio.
"Matteo è geloso, mi vuole bene. A volte fa delle scenate. Si vede che ci tiene. Alla fine mi dispiace per lui. È anche un po' colpa mia questa situazione. "
Muto. C'è una gigantografia di me a cavallo sul muro. Ma come si fa a mettere una gigantografia equestre di sé stesso in ufficio. Ma la gente che deve pensare? Che sei un pallone gonfiato megalomane, ovvio. A mia discolpa posso solo dire che me la hanno regalata. Uno dei migliori investigatori che ho. Bravissimo. Competente. Onesto. Con un gusto un po' barocco per i regali, certo. Ma che avrei dovuto fare, non la appendevo? Poi quello si offende. La ha cercata su internet, ha contattato il fotografo, si è fatto mandare la versione hi-res senza watermark, la ha stampata a spese sue su tela formato unmetroperunmetroequaranta. E io la tolgo? Come minimo mi smette di lavorare e fa domanda di trasferimento. C'ho pure un'espressione da coglione in quella foto. Dio cristo.
"Al massimo ha rotto qualche soprammobile in casa."
Ora la fisso negli occhi. A guardare bene è truccata un po' pesantemente. Alzo un sopracciglio come faceva mia nonna quando non le dicevo la verità. Lei guarda da un'altra parte. Magari ha già parlato qualcun'altro, pensa?
Io dico solo:
"Giovanna..."
"La settimana scorsa mi ha strattonato nel parcheggio. E poi ha dato uno schiaffo."
Dall'orecchio destro non sento più, c'è dentro un concerto d'archi misto ad un uragano di quarta categoria. Giovanna, dico, qui finisce male. Capisco che non vuoi fare denuncia, ma non ti posso mandare via così. Dammi qualcosa su cui lavorare.
Aiutami ad aiutarti, mi viene in mente, poi mi mordo la lingua perché davvero, che cazzo è la pubblicità dell'8 per mille?
Giovanna ci pensa un po', ha gli occhi lucidi, ma poi comincia a parlare. Davvero stavolta. Il tono è diverso adesso. Triste quasi. Peró è precisa Giovanna, luoghi e circostanze e date e orari, parla bene, bella testa, unico difetto - per i miei gusti - questa forte inflessione dialettale. E d'altronde lei è figlia di gente a modo ma non appartenenti all'aristocrazia meridionale, non ha potuto fare la Luiss fuori sede spesata e pagata a Roma come tutti i vari figli di papà, non ha ancora smorzato l'accento.
Avrà modo di rimediare, come constateró anni dopo. Perché diventerà la compagna di un mio caro amico romano, un gran figo 40enne con MBA alla bocconi, RAL a 6 cifre, villone e un rivamare da 12 metri. E su suddetta barca, una volta, per la gioia degli occhi e dello spirito, resterà in topless, togliendomi il dubbio una volta per tutte: non proprio come le tettone finte disegnate che ricordavo io, ma leggermente più burrose. Meglio dei film che mi ero fatto. Indimenticabili.
"Bible black! Era bible black quell'hentai del cazzo!" Dico dando una manata sul tavolo.
Per fortuna mi viene in mente dopo che se ne è andata, mentre sto riordinando gli appunti e discutendo con due ragazzi fidati su quel che resta da fare. Loro si scambiano uno sguardo ma non dicono niente, d'altra parte il capo parla bene l'inglese ed è notoriamente un po' estroso, ci sono abituati.
Ultima modifica di Antottt il martedì 2 luglio 2024, 12:10, modificato 1 volta in totale.
- Antottt
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Addio alle armi
Ma le guardie giurate non sono FdO, sono delle specie di turisti della pubblica sicurezza. Non le addestra nessuno, men che mai a sparare, vanno a spese loro in poligono il minimo che serve per prendere il certificato per il maneggio armi e per mantenerlo (una lezione all'anno fatta come capita).
Poliziotti e carabinieri fanno addestramenti periodici, certo mai abbastanza e il livello potrebbe essere migliorabile, ma ci vogliono i soldi...
È pur vero che gli incidenti sono molto diminuiti rispetto anche solo a 20 anni fa, in generale negli ultimi arruolamento ho visto un livello generalmente sufficiente (cosa che non potevo dire nei primi anni in cui ho fatto servizio)
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Addio alle armi
Gran penna @Antottt
Non leggevo un pezzo così volentieri dall'epoca di "le cose non smettevano di esplodere" di @Nebo (tiè, già che c'è lo taggo).
BraFo.
Ovviamente attendo terza parte in cui andate a SARGIARE il guitto con POTENZA e DEVASTAZIONE.
Non leggevo un pezzo così volentieri dall'epoca di "le cose non smettevano di esplodere" di @Nebo (tiè, già che c'è lo taggo).
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Così a occhio e croce bible black
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Mai rispondere prima di non aver letto tutto
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Addio alle armi
Posso fornire moltissime alternative.Antottt ha scritto: ↑martedì 2 luglio 2024, 10:19 C'è una gigantografia di me a cavallo sul muro. Ma come si fa a mettere una gigantografia equestre di sé stesso in ufficio. Ma la gente che deve pensare? Che sei un pallone gonfiato megalomane, ovvio. A mia discolpa posso solo dire che me la hanno regalata. Uno dei migliori investigatori che ho. Bravissimo. Competente. Onesto. Con un gusto un po' barocco per i regali, certo. Ma che avrei dovuto fare, non la appendevo? Poi quello si offende. La ha cercata su internet, ha contattato il fotografo, si è fatto mandare la versione hi-res senza watermark, la ha stampata a spese sue su tela formato unmetroperunmetroequaranta. E io la tolgo? Come minimo mi smette di lavorare e fa domanda di trasferimento. C'ho pure un'espressione da coglione in quella foto. Dio cristo.
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Addio alle armi
Matteo è una mezzasega. Questo mi dico mentre, dal mio ufficio al secondo piano, lo guardo avvicinarsi al cancello pedonale della caserma.
Capello curato, barba definitissima, occhiale a specchio, camicia bianca aperta sul petto, chinos color tabacco, mocassino blu in tinta con la cintura, al polso quello che ha tutta l'aria di essere un Daytona d'oro, abbandona il BMW nei posti riservati ai militari senza nemmeno fare mezza manovra per parcheggiarlo bene e suona al campanello. Parla al citofono, poi torna indietro, sbuffa, risale sul mezzo, lo sposta più lontano. Sorrido. Il piantone sa quanto sono rompicoglioni, gli avrà detto di parcheggiare come una persona civilizzata.
Ma quello è solo l'amuse-bouche, come dicono nei ristoranti di livello. Il menù di oggi prevede che Matteo lasci il cellulare all'ingresso, faccia 40 minuti buoni di anticamera e passi poi mezza mattinata a farsi cucinare a fuoco lento dai due marescialli più stronzi e puntigliosi che ho. Questi due, che averci a che fare può essere paragonabile a cercare di staccarsi un cerotto dallo scroto mentre con l'altra mano tieni a bada un mastino da combattimento che ti vuole azzannare, passeranno un paio d'ore abbondanti a chiedergli dove era al tal giorno e alla tale ora, e poi al giorno x e alla ora y, e con chi, e che ha fatto dopo, e che ha fatto prima, e chi ha incontrato, e con quale auto, e soprattutto perché, ma per quale motivo, ma torniamo un attimo su cosa ha fatto prima, e il caffé come lo ha preso? Macchiato? Ma macchiato caldo o macchiato freddo?
Il tutto, ovviamente, senza spiegargli il motivo di tutte quelle domande.
Poi un'altra oretta di attesa, il tempo minimo indispensabile per "redigere il verbale", verbale che non vedrà mai la casella inbox di nessuna procura d'Italia, e l'incontro con il boss finale, che poi sarei io. Non sono bravo come i miei investigatori che fanno questo lavoro da 30 anni, ma punto tutto sull'uniforme più bella. E sull'effetto sorpresa, quello me lo sono tenuto per me.
Matteo è una mezzasega, mi ripeto. Quando entra in ufficio mi accorgo che è basso, sicuramente sotto il metro e sessanta, magrolino, sopracciglia in HD, la camicia ormai completamente appiccicata alla schiena dal sudore. Non posso fare a meno di immaginarmelo mentre si tromba quella stangona pettoruta di Giovanna, e nella mia testa appare la faccia del Sergente Hartman di Full Metal Jacket che urla "sembri un vecchio che cerca di scopare!". Nah, può fare di meglio.
Lo faccio sedere, mi presento, sono il Gran. Uff. Figl. Putt. Tizio de Caio, comando questo e quest'altro, vado direttamente al punto:
"Signor Costantini, se lei è qua nel mio ufficio lo avrà capito: abbiamo un problema"
Lui sembra stanco. Si vede che giù di sotto hanno lavorato bene. Non c'è niente di meglio che avere gente di mestiere che fatica per te. Ti risparmia un sacco di sbattimenti.
"Che problema, comandante?" Però il tono è da merdina insolente. Bisogna stare attenti con ste mezzeseghe. Spesso appena gratti la superficie, esce una cattiveria soprendente.
"Il problema" continuo "è che lei, stamani, ha messo a verbale tutta una serie di dichiarazioni che, in base ai nostri accertamenti, risultano false."
"Senta se le cose stanno così, io non dico più niente finché non arriva il mio avvocato. Datemi il cellulare che lo chiamo immediatamente."
Ok, ragiono, hai voglia di giocare. E giochiamo. Incasso, annuisco. Mi alzo e vado alla finestra. In cortile c'è una roba che vorrebbe essere un monumento, donato dall'amministrazione comunale quando fu inaugurata la caserma. A me sembra una enorme vite arrugginita, lunga due metri, contenuta in un rettangolo di cemento armato. Mai capito cosa dovrebbe rappresentare.
"Come vuole" dico con una gentilezza noncurante, falsa come una moneta da tre euro. "Però, mi lasci spiegare, non funziona proprio così. L'avvocato, nel caso, lo chiamiamo noi. O, al limite, lo chiama la polizia penitenziaria quando la portiamo in carcere."
Ora è lui che incassa. Non ha precedenti Matteo, solo qualche infrazione al codice della strada e una guida in stato d'ebbrezza, non penale, di qualche anno fa. Non è un delinquente. O, come diciamo in gergo tecnico, "un pezzo di merda". Se lo fosse, coi soldi che ha, l'avvocato non avrebbe avuto bisogno di chiamarlo, se lo sarebbe portato con sé fin da subito. Adesso si è accorto di essere molto fuori dalla sua quota operativa, come direbbe un pilota di caccia.
"Ma io non ho fatto nulla!"
"Con tutto il rispetto, ma questo non è lei a deciderlo. La situazione è già abbastanza grave, io le consiglierei di non peggiorarla ulteriormente aggiungendo al conto anche il reato di false dichiarazioni alla polizia giudiziaria."
È un bluff. È un reato che non vale per la polizia, si configura solo di fronte al pubblico ministero. E comunque, se lui fosse l'indagato, avrebbe la possibilità di mentire senza rischiare nulla. E poi qui non c'è manco un reato procedibile, perché non c'ho uno straccio di denuncia. Vabbé. Alla fine sono tecnicismi che non interessano a nessuno, no?
"Comandante, mi scusi, ma di cosa mi state accusando? Io non capisco."
La pausa scenica qui è d'obbligo. Lo sguardo fisso negli occhi, la fronte corrucciata, le dita che tamburellano sul tavolo, insomma pure io avrò diritto a fare un po' di teatro ogni tanto, mica posso passare la vita a controllare la contabilità delle cedole della benzina. Guardo il Rolex d'oro. Falso, ci scommetto lo stipendio di questo mese.
"Costantini, per cortesia, lei lo sa bene perché è qui."
Occhio della triglia nel banco frigo. Poi si accende un neurone.
"Ma è per Giovanna?" Matteo strabuzza gli occhi, passa in pochi secondi dall'incredulità, al risentimento, alla rabbia alimentata dalla ferma sensazione di essere stato tradito. Non può pensare che quella sia andata dagli sbirri. Ma come si permette. Non è concepibile. Non è accettabile. Ora è abbastanza destabilizzato da una mattinata di strapazzamenti, i filtri non funzionano più. C'avevamo ragione. Occhio alle acque chete, diceva la mi' nonna. Vedi la cattiveria dei nani.
"Ma questi non sono cazzi vostri!" si rivolta "Che cazzo ne sapete voi!"
E qui serve la faccia feroce, il gesto scattoso, serve di far vedere i denti un pochino. Mi alzo in piedi , mi sporgo in avanti sulla scrivania:
"Sono io che decido quali sono i cazzi nostri dentro a 'sta minchia di caserma, è chiaro? Hai capito? Te lo rispiego? E vedi di non alzare la voce che non è giornata oggi".
Lui si ritrae, si appoggia allo schienale. Tra noi due passano 25 centimetri e 30 chili. Forte coi deboli e debole coi forti. Classica mezzasega.
Bussano.
Signor Capitano, è tutto a posto? È tutto a posto Rolando, il signore si stava un po' scaldando. Ma ora gli è passata, vero Matté? Le serviva questo? Rolando appoggia una scatoletta nera sulla scrivania. Grazie, grazie, le serve una mano? Ma figurati. Chiudo la porta? Si grazie.
Matteo guarda la scatoletta davanti a lui.
"La riconosci? Si che la riconosci, dai. É un GPS come quello che hai messo sotto la macchina di Giovanna. Solo che questo lo hanno appena smontato dalla tua. Grazie di essere venuto con quella, ci hai risparmiato un viaggio. Dopo un mese che ti seguiamo si stavano scaricando le batterie."
Ora Matteo non dice niente, non muove un muscolo. La paralisi del capriolo davanti ai fari del camion.
Ma anche questo è un bluff. Ancora più grosso dell'altro. Da quando ho parlato con Marta son passati tre giorni. Solo un pazzo o un cretino avrebbe fatto passare un mese. E poi nessun magistrato ci avrebbe mai autorizzato a mettere un GPS senza neanche una querela firmata. E infine, come mi ha giustamente fatto notare quel pedante rompipalle del mio vice, la macchina di Giovanna è intestata a Matteo, non si commette nessun reato a mettersi un GPS sotto la propria auto.
Però, come si dice, dettagli.
Continuo con un mezzo sorriso: "Adesso confrontiamo i tracciati con quello che c'è sotto la Polo di Giovanna, che stiamo rimuovendo in questo momento, e vediamo se non hai fatto niente. 612 e 615 bis del codice penale, ti dicono niente? No? Stalking? Atti persecutori? Interferenze nella vita privata? Niente? Vabbé, poi te li fai spiegare dall'avvocato."
Matteo ha perso colore adesso, balbetta. Ma io, ma lei, ma non capite, io ho lasciato la famiglia per lei, e ora questa mi vuole mollare, ma mettetevi nei miei panni, io devo sapere, mica mi può trattare così, dopo tutti questi anni, cioè, dopo tutto quello che ho fatto per lei, mi ha pure denunciato?
Taglio corto: "Non ti ha denunciato, Matteo. Non ancora. Toh, leggi qua." Due fogli di carta riciclata con lo stellone della Repubblica in cima, scritti fitti fitti in Times New Roman 11, con le domande in grassetto e le risposte in corsivo; circostanze, nomi, luoghi, orari, minacce, botte, mezze violenze sessuali pure, a vederle scritte nere su bianco fa un po' impressione, quando sei coinvolto tu. C'è scritto proprio tutto. Manca solo la data e la firma.
Metto un dito sul rigo, vuoto, alla fine del verbale, intanto mi allontano e prendo un toscano, ovviamente il più puzzolente che ho nell'humidor. Altro regalo sgradito, non riesco manco a dare due tiri senza farmi venire un'emicrania micidiale. Bestemmio mentalmente e lo appoggio nel posacenere, a pochi centimetri dal mio interlocutore, che sta finendo di leggere.
"Adesso ti dico cosa succede. Tu oggi te ne vai da qui, per stavolta da solo e senza bracciali intorno ai polsi. Cancelli il numero di Giovanna e non la contatti mai più. Niente messaggi, niente chiamate, niente. Ti scordi l'indirizzo di casa dei suoi. Se la vedi in paese cambi strada. Se entri in un locale e c'è lei dentro, te ne vai. Se dio non voglia mi arriva ancora una mezza diceria, una lamentela, una chiacchiera, se ti avvicini a meno di 500 metri da lei, se una volta facendoti una sega ci pensi troppo intensamente e io me ne accorgo, vengo lì, vengo con Piedone, lo conosci Piedone? Tu farai resistenza, ovviamente ti arrestiamo, ovviamente potrà capitare che mentre entri in caserma ammanettato cadrai dalle scale, di faccia su quel termosifone rugginoso che hai visto salendo, ce l'hai a posto l'antitetanica si? Poi vado da Giovanna, la obbligo a forza a mettermi una firma su sto foglio di carta che è già pronto, basta uno scarabocchio, lo faccio io guarda, e ti giuro su quanto ho di più caro che tu vedi il cielo a scacchi per un periodo compreso tra i dodici e i quindici anni, ma non mi fermo lì, nossignore, vengo in quel bel negozio di merda che hai, dove hai tre ragazze con contratto a part-time che stanno lì 12 ore al giorno, che per inciso ti trombi a turno promettendo che glie fai il tempo pieno, e ci vengo con l'ispettorato del lavoro, vado al bar duemila di cui hai le quote, ma lì ci vado coi NAS, e con il capitano della Guardia di Finanza ho già parlato, aspetta solo un cenno per far partire l'accertamento fiscale, ti mette una pattuglia del 117 fissa fuori a controllare gli scontrini, e andiamo a vedere di chi è quella barchetta alla marina su cui ti trastulli il finesettimana, e i titoli autorizzativi della villetta a Squillace, che hai rifatto la veranda da poco no? Tu qualche volta ti sarai detto che se ti lascia non hai più niente da perdere Matteo, ma dammi due settimane che ti dimostro il contrario, faccio il servizio completo, io ti dico, pensaci bene, secondo me dovresti pensare a tuo figlio e a cosa gli vuoi lasciare, mollarti alle spalle 'sta storia, farti aiutare da uno psicologo se non ci riesci da solo. Pensaci Matté. Ragiona. Fatti consigliare da uno del mestiere. Poi ci rivediamo e mi dici che hai deciso. Ora passa giù di sotto che ti devono dare la copia del verbale."
Lo vedo che ci pensa Matteo, mentre richiude con una cura estrema il cancello pedonale della caserma, attentissimo che non sbatta. Vedo anche che ha ripreso colore, anzi mi pare quasi di notare, ma non sono sicuro, che ha un lato del viso parecchio arrossato. Ma non è che il verbale glielo hanno dato un po' troppo forte, mi viene da pensare. In condizioni normali andrei giù, farei un casino, denunce, trasferimenti, bordelli, come ho fatto con Piedone dieci giorni fa, che lo ho mandato a 200 km da casa, a schiarirsi le idee in Aspromonte intanto che il magistrato decide cosa fare, ma a sto giro ho da fare, sono stanco, non ci vedo più bene come una volta, e poi magari sono io che penso sempre male, e d'altra parte, Signor Giudice, finché è stato in ufficio da me nessuno lo aveva toccato, è tutto registrato da quella webcam che ho puntato sulla scrivania, senza audio ovviamente, se mai dovesse servire.
Ma non serve. Matteo si è preso una lunga vacanza, e quando è tornato Giovanna abita già da un po' da un'altra parte, ovviamente con il suo nuovo fidanzato.
Capello curato, barba definitissima, occhiale a specchio, camicia bianca aperta sul petto, chinos color tabacco, mocassino blu in tinta con la cintura, al polso quello che ha tutta l'aria di essere un Daytona d'oro, abbandona il BMW nei posti riservati ai militari senza nemmeno fare mezza manovra per parcheggiarlo bene e suona al campanello. Parla al citofono, poi torna indietro, sbuffa, risale sul mezzo, lo sposta più lontano. Sorrido. Il piantone sa quanto sono rompicoglioni, gli avrà detto di parcheggiare come una persona civilizzata.
Ma quello è solo l'amuse-bouche, come dicono nei ristoranti di livello. Il menù di oggi prevede che Matteo lasci il cellulare all'ingresso, faccia 40 minuti buoni di anticamera e passi poi mezza mattinata a farsi cucinare a fuoco lento dai due marescialli più stronzi e puntigliosi che ho. Questi due, che averci a che fare può essere paragonabile a cercare di staccarsi un cerotto dallo scroto mentre con l'altra mano tieni a bada un mastino da combattimento che ti vuole azzannare, passeranno un paio d'ore abbondanti a chiedergli dove era al tal giorno e alla tale ora, e poi al giorno x e alla ora y, e con chi, e che ha fatto dopo, e che ha fatto prima, e chi ha incontrato, e con quale auto, e soprattutto perché, ma per quale motivo, ma torniamo un attimo su cosa ha fatto prima, e il caffé come lo ha preso? Macchiato? Ma macchiato caldo o macchiato freddo?
Il tutto, ovviamente, senza spiegargli il motivo di tutte quelle domande.
Poi un'altra oretta di attesa, il tempo minimo indispensabile per "redigere il verbale", verbale che non vedrà mai la casella inbox di nessuna procura d'Italia, e l'incontro con il boss finale, che poi sarei io. Non sono bravo come i miei investigatori che fanno questo lavoro da 30 anni, ma punto tutto sull'uniforme più bella. E sull'effetto sorpresa, quello me lo sono tenuto per me.
Matteo è una mezzasega, mi ripeto. Quando entra in ufficio mi accorgo che è basso, sicuramente sotto il metro e sessanta, magrolino, sopracciglia in HD, la camicia ormai completamente appiccicata alla schiena dal sudore. Non posso fare a meno di immaginarmelo mentre si tromba quella stangona pettoruta di Giovanna, e nella mia testa appare la faccia del Sergente Hartman di Full Metal Jacket che urla "sembri un vecchio che cerca di scopare!". Nah, può fare di meglio.
Lo faccio sedere, mi presento, sono il Gran. Uff. Figl. Putt. Tizio de Caio, comando questo e quest'altro, vado direttamente al punto:
"Signor Costantini, se lei è qua nel mio ufficio lo avrà capito: abbiamo un problema"
Lui sembra stanco. Si vede che giù di sotto hanno lavorato bene. Non c'è niente di meglio che avere gente di mestiere che fatica per te. Ti risparmia un sacco di sbattimenti.
"Che problema, comandante?" Però il tono è da merdina insolente. Bisogna stare attenti con ste mezzeseghe. Spesso appena gratti la superficie, esce una cattiveria soprendente.
"Il problema" continuo "è che lei, stamani, ha messo a verbale tutta una serie di dichiarazioni che, in base ai nostri accertamenti, risultano false."
"Senta se le cose stanno così, io non dico più niente finché non arriva il mio avvocato. Datemi il cellulare che lo chiamo immediatamente."
Ok, ragiono, hai voglia di giocare. E giochiamo. Incasso, annuisco. Mi alzo e vado alla finestra. In cortile c'è una roba che vorrebbe essere un monumento, donato dall'amministrazione comunale quando fu inaugurata la caserma. A me sembra una enorme vite arrugginita, lunga due metri, contenuta in un rettangolo di cemento armato. Mai capito cosa dovrebbe rappresentare.
"Come vuole" dico con una gentilezza noncurante, falsa come una moneta da tre euro. "Però, mi lasci spiegare, non funziona proprio così. L'avvocato, nel caso, lo chiamiamo noi. O, al limite, lo chiama la polizia penitenziaria quando la portiamo in carcere."
Ora è lui che incassa. Non ha precedenti Matteo, solo qualche infrazione al codice della strada e una guida in stato d'ebbrezza, non penale, di qualche anno fa. Non è un delinquente. O, come diciamo in gergo tecnico, "un pezzo di merda". Se lo fosse, coi soldi che ha, l'avvocato non avrebbe avuto bisogno di chiamarlo, se lo sarebbe portato con sé fin da subito. Adesso si è accorto di essere molto fuori dalla sua quota operativa, come direbbe un pilota di caccia.
"Ma io non ho fatto nulla!"
"Con tutto il rispetto, ma questo non è lei a deciderlo. La situazione è già abbastanza grave, io le consiglierei di non peggiorarla ulteriormente aggiungendo al conto anche il reato di false dichiarazioni alla polizia giudiziaria."
È un bluff. È un reato che non vale per la polizia, si configura solo di fronte al pubblico ministero. E comunque, se lui fosse l'indagato, avrebbe la possibilità di mentire senza rischiare nulla. E poi qui non c'è manco un reato procedibile, perché non c'ho uno straccio di denuncia. Vabbé. Alla fine sono tecnicismi che non interessano a nessuno, no?
"Comandante, mi scusi, ma di cosa mi state accusando? Io non capisco."
La pausa scenica qui è d'obbligo. Lo sguardo fisso negli occhi, la fronte corrucciata, le dita che tamburellano sul tavolo, insomma pure io avrò diritto a fare un po' di teatro ogni tanto, mica posso passare la vita a controllare la contabilità delle cedole della benzina. Guardo il Rolex d'oro. Falso, ci scommetto lo stipendio di questo mese.
"Costantini, per cortesia, lei lo sa bene perché è qui."
Occhio della triglia nel banco frigo. Poi si accende un neurone.
"Ma è per Giovanna?" Matteo strabuzza gli occhi, passa in pochi secondi dall'incredulità, al risentimento, alla rabbia alimentata dalla ferma sensazione di essere stato tradito. Non può pensare che quella sia andata dagli sbirri. Ma come si permette. Non è concepibile. Non è accettabile. Ora è abbastanza destabilizzato da una mattinata di strapazzamenti, i filtri non funzionano più. C'avevamo ragione. Occhio alle acque chete, diceva la mi' nonna. Vedi la cattiveria dei nani.
"Ma questi non sono cazzi vostri!" si rivolta "Che cazzo ne sapete voi!"
E qui serve la faccia feroce, il gesto scattoso, serve di far vedere i denti un pochino. Mi alzo in piedi , mi sporgo in avanti sulla scrivania:
"Sono io che decido quali sono i cazzi nostri dentro a 'sta minchia di caserma, è chiaro? Hai capito? Te lo rispiego? E vedi di non alzare la voce che non è giornata oggi".
Lui si ritrae, si appoggia allo schienale. Tra noi due passano 25 centimetri e 30 chili. Forte coi deboli e debole coi forti. Classica mezzasega.
Bussano.
Signor Capitano, è tutto a posto? È tutto a posto Rolando, il signore si stava un po' scaldando. Ma ora gli è passata, vero Matté? Le serviva questo? Rolando appoggia una scatoletta nera sulla scrivania. Grazie, grazie, le serve una mano? Ma figurati. Chiudo la porta? Si grazie.
Matteo guarda la scatoletta davanti a lui.
"La riconosci? Si che la riconosci, dai. É un GPS come quello che hai messo sotto la macchina di Giovanna. Solo che questo lo hanno appena smontato dalla tua. Grazie di essere venuto con quella, ci hai risparmiato un viaggio. Dopo un mese che ti seguiamo si stavano scaricando le batterie."
Ora Matteo non dice niente, non muove un muscolo. La paralisi del capriolo davanti ai fari del camion.
Ma anche questo è un bluff. Ancora più grosso dell'altro. Da quando ho parlato con Marta son passati tre giorni. Solo un pazzo o un cretino avrebbe fatto passare un mese. E poi nessun magistrato ci avrebbe mai autorizzato a mettere un GPS senza neanche una querela firmata. E infine, come mi ha giustamente fatto notare quel pedante rompipalle del mio vice, la macchina di Giovanna è intestata a Matteo, non si commette nessun reato a mettersi un GPS sotto la propria auto.
Però, come si dice, dettagli.
Continuo con un mezzo sorriso: "Adesso confrontiamo i tracciati con quello che c'è sotto la Polo di Giovanna, che stiamo rimuovendo in questo momento, e vediamo se non hai fatto niente. 612 e 615 bis del codice penale, ti dicono niente? No? Stalking? Atti persecutori? Interferenze nella vita privata? Niente? Vabbé, poi te li fai spiegare dall'avvocato."
Matteo ha perso colore adesso, balbetta. Ma io, ma lei, ma non capite, io ho lasciato la famiglia per lei, e ora questa mi vuole mollare, ma mettetevi nei miei panni, io devo sapere, mica mi può trattare così, dopo tutti questi anni, cioè, dopo tutto quello che ho fatto per lei, mi ha pure denunciato?
Taglio corto: "Non ti ha denunciato, Matteo. Non ancora. Toh, leggi qua." Due fogli di carta riciclata con lo stellone della Repubblica in cima, scritti fitti fitti in Times New Roman 11, con le domande in grassetto e le risposte in corsivo; circostanze, nomi, luoghi, orari, minacce, botte, mezze violenze sessuali pure, a vederle scritte nere su bianco fa un po' impressione, quando sei coinvolto tu. C'è scritto proprio tutto. Manca solo la data e la firma.
Metto un dito sul rigo, vuoto, alla fine del verbale, intanto mi allontano e prendo un toscano, ovviamente il più puzzolente che ho nell'humidor. Altro regalo sgradito, non riesco manco a dare due tiri senza farmi venire un'emicrania micidiale. Bestemmio mentalmente e lo appoggio nel posacenere, a pochi centimetri dal mio interlocutore, che sta finendo di leggere.
"Adesso ti dico cosa succede. Tu oggi te ne vai da qui, per stavolta da solo e senza bracciali intorno ai polsi. Cancelli il numero di Giovanna e non la contatti mai più. Niente messaggi, niente chiamate, niente. Ti scordi l'indirizzo di casa dei suoi. Se la vedi in paese cambi strada. Se entri in un locale e c'è lei dentro, te ne vai. Se dio non voglia mi arriva ancora una mezza diceria, una lamentela, una chiacchiera, se ti avvicini a meno di 500 metri da lei, se una volta facendoti una sega ci pensi troppo intensamente e io me ne accorgo, vengo lì, vengo con Piedone, lo conosci Piedone? Tu farai resistenza, ovviamente ti arrestiamo, ovviamente potrà capitare che mentre entri in caserma ammanettato cadrai dalle scale, di faccia su quel termosifone rugginoso che hai visto salendo, ce l'hai a posto l'antitetanica si? Poi vado da Giovanna, la obbligo a forza a mettermi una firma su sto foglio di carta che è già pronto, basta uno scarabocchio, lo faccio io guarda, e ti giuro su quanto ho di più caro che tu vedi il cielo a scacchi per un periodo compreso tra i dodici e i quindici anni, ma non mi fermo lì, nossignore, vengo in quel bel negozio di merda che hai, dove hai tre ragazze con contratto a part-time che stanno lì 12 ore al giorno, che per inciso ti trombi a turno promettendo che glie fai il tempo pieno, e ci vengo con l'ispettorato del lavoro, vado al bar duemila di cui hai le quote, ma lì ci vado coi NAS, e con il capitano della Guardia di Finanza ho già parlato, aspetta solo un cenno per far partire l'accertamento fiscale, ti mette una pattuglia del 117 fissa fuori a controllare gli scontrini, e andiamo a vedere di chi è quella barchetta alla marina su cui ti trastulli il finesettimana, e i titoli autorizzativi della villetta a Squillace, che hai rifatto la veranda da poco no? Tu qualche volta ti sarai detto che se ti lascia non hai più niente da perdere Matteo, ma dammi due settimane che ti dimostro il contrario, faccio il servizio completo, io ti dico, pensaci bene, secondo me dovresti pensare a tuo figlio e a cosa gli vuoi lasciare, mollarti alle spalle 'sta storia, farti aiutare da uno psicologo se non ci riesci da solo. Pensaci Matté. Ragiona. Fatti consigliare da uno del mestiere. Poi ci rivediamo e mi dici che hai deciso. Ora passa giù di sotto che ti devono dare la copia del verbale."
Lo vedo che ci pensa Matteo, mentre richiude con una cura estrema il cancello pedonale della caserma, attentissimo che non sbatta. Vedo anche che ha ripreso colore, anzi mi pare quasi di notare, ma non sono sicuro, che ha un lato del viso parecchio arrossato. Ma non è che il verbale glielo hanno dato un po' troppo forte, mi viene da pensare. In condizioni normali andrei giù, farei un casino, denunce, trasferimenti, bordelli, come ho fatto con Piedone dieci giorni fa, che lo ho mandato a 200 km da casa, a schiarirsi le idee in Aspromonte intanto che il magistrato decide cosa fare, ma a sto giro ho da fare, sono stanco, non ci vedo più bene come una volta, e poi magari sono io che penso sempre male, e d'altra parte, Signor Giudice, finché è stato in ufficio da me nessuno lo aveva toccato, è tutto registrato da quella webcam che ho puntato sulla scrivania, senza audio ovviamente, se mai dovesse servire.
Ma non serve. Matteo si è preso una lunga vacanza, e quando è tornato Giovanna abita già da un po' da un'altra parte, ovviamente con il suo nuovo fidanzato.
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Mi viene da pensare con il senno di poi che qualcuno qui ha tempestato di cazzi viola il culo sbagliato
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*** prego inserire qui frase abbastanza profonda ma allo stesso simpatica per fare innamorare le utentesse ***
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Scrivi bene.
Ma nessun carabiniere (fidanzato ) rischierebbe così tanto per un caso del genere, o sbaglio?
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nemmeno uno con numerose attività` con gente a nero e barche intestate a diosolo sa chi.
forse, ha puntato tutto su quello
"Io vorrei sapere come mai quei sassi bruciano..."
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Insomma.olecranotignoso ha scritto: ↑mercoledì 3 luglio 2024, 18:50 nemmeno uno con numerose attività` con gente a nero e barche intestate a diosolo sa chi.
Imho tra i due quello con le "supposte" irregolarità nelle attività era quello che rischiava meno (in Italia).
Nel racconto Antott gli ha fatto minacce neanche troppo velate, si è speso personalmente per una sconosciuta (che vabbeh le tette ma insomma).
Confrontando quello con la diffusa indolenza delle caserme qui al nord, stona un tantinello. (senza offesa Antò )
Per dire, mio padre non ha le tette, ma quando lo aspettarono a casa e tentarono di rapirlo, le FO non lo tutelarono nemmeno con i giornalisti che pubblicarono nome, cognome, indirizzi ed orari, sia su cartaceo che su web.
Toccò prendere l'avvocato (quello in carne ed ossa non quello legnoso ) e minacciare querele a 4 testate per far sparire gli articoli web e mettere le scuse su cartaceo a danno ormai fatto.
Poi magari vai a sapere Antott era la zelante eccezione e sono state proprio le malriposte aspettative verso il corpo dell'Arma ad averglielo fatto lasciare.
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@Antottt non so se lo conosci come canale youtube, ma io adoro JCS - Criminal Psychology ( https://www.youtube.com/@JCS ), che riporta estratti (molto lunghi in realtà) di interrogatori con criminali più o meno antisociali, con spiegazioni dei comportamenti sia dell'indiziato che degli agenti.
Questo canale, più tanti altri che ogni tanto guardo, mi han fatto ormai dire: ma perché mai dovrei parlare con la polizia? O meglio: perché dovrei farlo senza avvocato?
E qui quindi faccio la domanda: chiamate Matteo in centrale - intanto: è obbligato ad andare? Mo' tu dici "eh ma gli mando la finanza al negozio" - d'accordo, ma se vuoi perseguitarmi lo puoi fare comunque e lì non è che venendo in centrale cambia qualcosa. Quindi, torno a chiedere: esiste un valido motivo per parlare con la polizia senza un avvocato (aldilà di quando sei tu che vuoi denunciare)?
Questo canale, più tanti altri che ogni tanto guardo, mi han fatto ormai dire: ma perché mai dovrei parlare con la polizia? O meglio: perché dovrei farlo senza avvocato?
E qui quindi faccio la domanda: chiamate Matteo in centrale - intanto: è obbligato ad andare? Mo' tu dici "eh ma gli mando la finanza al negozio" - d'accordo, ma se vuoi perseguitarmi lo puoi fare comunque e lì non è che venendo in centrale cambia qualcosa. Quindi, torno a chiedere: esiste un valido motivo per parlare con la polizia senza un avvocato (aldilà di quando sei tu che vuoi denunciare)?
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A Bergamo? A Brescia? Difficile, sono d'accordo. Ci sono procure dove si preferisce indagare sui poliziotti che sui delinquenti - sicuramente perché di problemi ce ne sono stati, ci mancherebbe - e nessuno si prende il rischio di fare qualcosa senza una carta scritta da un giudice
In tante altre procure a sud di Roma, dipende.
Dipende da che rapporto hai con i magistrati, che magari in procure piccole e assediate si contano sulle dita di una mano e sono soliti, per l'ostilità delle popolazioni locali, andare a cena (o sposarsi proprio) con i dirigenti e gli ufficiali delle ffpp, dipende da quanto ci tieni a fare le cose per bene, o meno nobilmente, perché poi siamo tutti umani, dipende quanta voglia hai di provarci con la damsel in distress di turno.
Fidanzato à la Montalbano poi significa, se leggi Camilleri, che il fidanzamento ha stretti criteri di territorialità, e quando torna sull'isola diventa molto più flessibile
Ma come già detto da qualcuno, questa alla fine è solo una storia
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perdona la mia totale ignoranza, ma nelle piccole procure a nord non accade lo stesso? tipo chesso` a Ivrea o a boh Portogruaro (sogno da una vita di andare a farmi un giro a Portogruaro.)Antottt ha scritto: ↑mercoledì 3 luglio 2024, 20:24
A Bergamo? A Brescia? Difficile, sono d'accordo. Ci sono procure dove si preferisce indagare sui poliziotti che sui delinquenti - sicuramente perché di problemi ce ne sono stati, ci mancherebbe - e nessuno si prende il rischio di fare qualcosa senza una carta scritta da un giudice
In tante altre procure a sud di Roma, dipende.
Dipende da che rapporto hai con i magistrati, che magari in procure piccole e assediate si contano sulle dita di una mano e sono soliti, per l'ostilità delle popolazioni locali, andare a cena (o sposarsi proprio) con i dirigenti e gli ufficiali delle ffpp
la mia e` mera curiosità legata agli italici fatti, fatti che non finiranno mai di affascinarmi
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Non conosco il canale, immagino che tanti casi siano tratti dal midwest ammerigano (vedo feed reali di telecamere di sicurezza ed interrogatori dal vivo, roba incivile che da noi non sarebbe mai pubblicabile).Nobsyde ha scritto: ↑mercoledì 3 luglio 2024, 19:55 @Antottt non so se lo conosci come canale youtube, ma io adoro JCS - Criminal Psychology ( https://www.youtube.com/@JCS ), che riporta estratti (molto lunghi in realtà) di interrogatori con criminali più o meno antisociali, con spiegazioni dei comportamenti sia dell'indiziato che degli agenti.
Questo canale, più tanti altri che ogni tanto guardo, mi han fatto ormai dire: ma perché mai dovrei parlare con la polizia? O meglio: perché dovrei farlo senza avvocato?
E qui quindi faccio la domanda: chiamate Matteo in centrale - intanto: è obbligato ad andare? Mo' tu dici "eh ma gli mando la finanza al negozio" - d'accordo, ma se vuoi perseguitarmi lo puoi fare comunque e lì non è che venendo in centrale cambia qualcosa. Quindi, torno a chiedere: esiste un valido motivo per parlare con la polizia senza un avvocato (aldilà di quando sei tu che vuoi denunciare)?
Da quel che so anche io negli USA non hai quasi nulla da guadagnare a parlare con la polizia, e se puoi permetterti un avvocato - discrimine non da poco - non vedo perché non tutelarsi, considerata anche la sostanziale impunità di cui godono in molti stati.
Per rispondere alle tue domande, da noi esistono il 650 c.p. e il 15 t.u.l.p.s., quindi se non ti presenti a una convocazione in caserma incorri in una (pur lieve) sanzione penale e può essere disposto l'accompagnamento coattivo.
Secondo, da noi l'indagato non è obbligato a fare dichiarazioni autoincriminanti, che anche se vengono fatte o estorte non hanno valore processuale (altra cosa che ci distingue dagli USA, in cui ad esempio vi sono i miranda warnings per cui "ogni cosa che dirà potrà essere usata contro di lei in tribunale... etc" ). Non solo, ha la possibilità di mentire senza sanzioni, anche in udienza, e se viene sentito dall'accusa (pm o polizia giudiziaria) deve essere sentito con l'avvocato. Quindi, se sei indagato, difficilmente potrai avere vantaggi a parlare con la polizia, a meno di cercare di depistarli (che però, quello si, può costituire reato).
Al contrario, se sei testimone o persona informata sui fatti, rischi molto a non parlare con la polizia (o con il pm) o a tacere, o a raccontare minchiate, perché esistono vari reati (false informazioni, falsa testimonianza, intralcio alla giustizia, favoreggiamento...) Che sanzionano l'atteggiamento non collaborativo o anche solo reticente con la giustizia. Voglio dire, basta anche tacere un'informazione che si ha per rischiare fino a 4 anni di carcere.
Allo stesso modo, se da persona informata sui fatti ti presenti con un avvocato in caserma (a cui in quella veste non hai diritto e che non deve partecipare all'atto) fai pensare mooolto male al poliziotto/cc/gdf che ti deve sentire, e rischi concretamente che le indagini si concentrino su di te, perché l'investigatore potrebbe essere tenuto a dire: ah beh se viene con l'avvocato questo ha la coscienza sporca. Insomma, mossa sbagliata
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