non credo di aver male interpretato Pho, replico che il problema, un bambino di 8 anni, se lo pone eccome, proprio in virtù di quello che è il suo sviluppo psicologico. Piaget ha codificato alcune fasi, che se prendiamo per buone , sottolineano come 8 anni sia una età di passaggio importante nella quale si sovrappongono diverse tematiche in ambito di psicologia dell'età evolutiva.gggz ha scritto: ↑domenica 15 dicembre 2024, 9:05 Penso che ciò che intendesse dire Phobos è che ad un bambino di otto anni frega qualcosa della sessualità del maestro unicamente se gli viene insegnato che i maschi sono (devono essere) così e le femmine cosà, come gli interessa che il maestro sia omosessuale se gli viene insegnato che ai maschi devono piacere le femmine. Un bambino non ha pregiudizi, ma proietta quelli dei propri genitori.
Resta comunque un argomento delicato, ma il tuo ruolo di genitore richiede anche spiegare a tuo figlio cose non semplici. Alla fine gliela metti giù terra terra, dicendogli che nel mondo c'è una varietà di persone, che alcune sono alte ed altre basse, alcune coi capelli rossi altre pelate, alcune sono nere altre son bianche, etc. Ripeto che è comunque delicato perché coinvolge un essere umano in fase di sviluppo, ma il ruolo del genitore è delicato per definizione
Concordo sul fatto che i genitori debbano affrontare tutte le tematiche senza troppi tabù, va anche detto che non è necessario aggiungere complessità i quali risvolti non sono banali. Le famiglie non sono bolle isolate, i bambini crescono stimolati in casa e riflettono questo nel mondo, continuando a cercare conferme e smentite per affilare la loro coerenza con l'accettazione sociale - fondamentale.
Se lo scopo è "educare" le generazioni future a magior tolleranza ed apertura verso il diverso, questo lo si raggiunge creando il minor attrito possibile, alleggerendo le difficoltà e non caricandole.
La reazione di Kimura il Judoka è comprensibile e diffusa ed è il terreno PEGGIORE per avvicinarsi all'obiettivo di cui sopra