A Napoli sono stati affissi dei manifesti contro la violenza di genere nei confronti degli uomini.
Di primo acchitto a me verrebbe da dire "ammazza, bravi" ma la reazione suscitata non è stata la medesima per tutti: Antonella Veltri, presidente di D.i.Re (Donne in Rete), ha scritto al ministro Roccella (ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità del presente governo)
quanto segue:
La campagna imita in maniera fuorviante e pericolosa il numero verde dedicato alla violenza sulle donne 1522
Come possa essere fuorviante, non capisco: Carabinieri 112, Polizia 113, centro antiviolenza sulle donne 1522, centro antiviolenza sugli uomini 1523. A me sembra invece sensato e coerente con le numerazioni già presenti. Posso capire che si tratti di un'iniziativa non coordinata dal Ministero, e che abbia canali ovviamente differenti, ma meglio averne che no, imho. Come possa poi un'iniziativa del genere "compromettere il lavoro" dell'altra, è altrettanto misterioso. Facciamocelo spiegare allora da chi ci capisce, della questione, ovvero:Siamo quindi contestualmente a chiedere quali azioni intenda attuare per contrastare una campagna che rischia di compromettere il lavoro di chi lotta ogni giorno contro la violenza maschile sulle donne e contro i femminicidi
Nadia Somma
Attivista presso il Centro antiviolenza Demetra
https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/0 ... o/7549794/
Anche fosse vero, e non ho difficoltà a crederlo, per quale motivo *questo* particolare tipo di violenza non dovrebbe avere una struttura di supporto? Un uomo che viene picchiato dallo zio, dal fratello, dal benzinaio, dal tabacchino, da chi cazzo te pare... avrà mica il diritto di potersi rivolgere a qualcuno?Nessuna violenza contro gli uomini da parte delle donne è strutturale o equiparabile al femminicidio, né qualitativamente, né quantitativamente. Piuttosto, se si vuole parlare di violenza contro gli uomini, lo si faccia con onestà intellettuale: gli uomini sono vittime di violenza soprattutto da parte di altri uomini.
Sì ok ma si sta parlando di uomini che subìscono violenza, non che la attuano. E' un discorso completamente differente, sono dati inutili.Sono assassinati soprattutto da uomini e molestati soprattutto da altri uomini: i perpetratori delle molestie a sfondo sessuale sono uomini per il 97% delle donne e per l’85,4% di vittime maschili (indagine Istat 2015).
Ah ecco qual è il problema: il parallelismo!Se si vogliono creare progetti per sostenere ragazzi o uomini vittime di violenza con particolare attenzione al bullismo e all’omofobia, è sufficiente realizzarli senza tirar in ballo simmetrie che non esistono.
Accettiamo che esiste anche la violenza sugli uomini, ma guai a fare parallelismi "che non esistono".
Peccato che nessuno abbia imposto o negato nienteLe obiezioni che sono state rivolte alle associazioni che hanno contestato i cartelloni vanno rovesciate: perché fare una campagna per la violenza contro gli uomini imponendo una lettura neutra della violenza che nega il femminicidio?
La morale della favola è che si mira a mantenere la differenza tra la violenza subìta da un soggetto di sesso femminile e la violenza subìta da un soggetto di sesso maschile, cosa che è chiaramente INCOSTITUZIONALE.