Se ne parla spesso nei telegiornali, sotto elezioni, poi nulla. Le lamentele invece, non si fermano.
Negli ultimi anni, l'affluenza alle urne in Italia è progressivamente calata, raggiungendo il minimo storico nelle elezioni politiche del 25 settembre 2022. Secondo i dati ufficiali del Senato della Repubblica, su 46 milioni di aventi diritto, ha votato solo il 63,9%. Considerando che il partito più votato, Fratelli d’Italia, ha ottenuto circa il 26% dei voti validi, significa che solo il 16,6% degli aventi diritto ha effettivamente scelto il partito di maggioranza relativa. Se allarghiamo la prospettiva all’intera popolazione italiana (circa 60 milioni di persone), questa percentuale si riduce ulteriormente.
A questo punto sorge una domanda: possiamo ancora parlare di espressione della maggioranza in un sistema in cui meno di un cittadino su cinque ha effettivamente scelto il governo in carica? O stiamo scivolando verso una democrazia "formale", dove pochi decidono per tutti?
Se la democrazia è il governo della maggioranza, la progressiva disaffezione al voto riduce sempre più il principio di rappresentatività. Il problema non è solo formale, ma sostanziale: un sistema in cui sempre meno persone partecipano è più vulnerabile a derive oligarchiche, perché il potere effettivo finisce nelle mani di una minoranza sempre più ristretta e organizzata.
Alcuni Paesi, come il Belgio, hanno adottato l'obbligo di voto, con sanzioni per chi non si presenta alle urne. Il risultato è un’affluenza costantemente superiore all’85% e una maggiore rappresentatività del voto popolare.
L’idea di rendere il voto obbligatorio è spesso criticata con l’argomento che molte persone voterebbero senza informarsi, peggiorando la qualità delle scelte elettorali. Ma è davvero così?
La realtà è che il problema dell’elettore poco informato esiste già. Non è affatto garantito che chi vota oggi lo faccia con piena consapevolezza. Al contrario, la cultura politica attuale è spesso basata su emozioni, propaganda o tradizioni familiari più che su un reale approfondimento dei programmi politici.
L’obbligo di voto potrebbe invece essere visto come un primo passo verso un’evoluzione generazionale, in cui la partecipazione diventa parte integrante della coscienza civica. Inizialmente, chi è obbligato a votare potrebbe farlo senza grande consapevolezza, ma col tempo la partecipazione forzata potrebbe innescare un processo di maturazione democratica.
Nel corso della storia, molte norme imposte sono poi diventate prassi condivise: dall'istruzione obbligatoria alle cinture di sicurezza, l’imposizione iniziale ha spesso portato a un cambiamento culturale. Perché non dovrebbe accadere lo stesso con il voto?
L’altra grande critica al voto obbligatorio è che limiterebbe la libertà individuale. Ma in una democrazia, la libertà non è solo un diritto individuale, è anche un dovere collettivo. Se vogliamo beneficiare di un sistema democratico, dobbiamo anche contribuire al suo funzionamento.
L’esempio della galea aiuta a comprendere il concetto:
Se tutti remano, la nave avanza con equità e sforzo condiviso.
Se alcuni smettono di remare, gli altri devono faticare di più per mantenere la rotta.
Se troppi smettono, la nave va alla deriva.
Ma chi non rema gode comunque del viaggio e della protezione della flotta.
Allora, la domanda diventa: chi ha il diritto di beneficiare della democrazia senza parteciparvi?
Se si accetta che la democrazia è un sistema di appartenenza collettiva e non solo un’opzione personale, ha senso considerare il voto obbligatorio non come una forzatura, ma come un meccanismo di responsabilizzazione civile.
Cosa ne pensate? Il voto obbligatorio potrebbe migliorare la qualità della democrazia in Italia, oppure sarebbe una misura coercitiva che non risolve i problemi alla radice? Soprattutto, avete altri punti di vista da aggiungere alla discussione?
"Un uomo che non si interessa dello Stato non lo considero innocuo, ma inutile." Pericle.
Democrazia e partecipazione
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Personalmente sarei a favore dell'obbligo solo a condizione che la scheda nulla venga considerata nel conteggio in maniera differente da quella attuale; non ho un'idea precisa del come esattamente, ma una cosa del tipo che se vincessero le schede nulle le elezioni sarebbero da rifare con il divieto di riproporre gli stessi candidati (o con uno sbarramento). Insomma, se da una parte c'è l'obbligo di recarsi alle urne, dall'altro ci deve essere l'impegno a candidare politici presentabili
Edit. Un secondo aspetto a mio parere è invece intrinseco nel concetto stesso di democrazia: sulla carta è fantastico che di fronte alle urne uno valga uno, ma nella pratica si viene a creare una stortura dove a decidere non è necessariamente chi si interessa della gestione politica del paese, ma piuttosto la pancia delle persone diventando così un fiorire di populismi. In aggiunta all'obbligo inserirei anche un test a crocette molto semplice su una decina di argomenti scelti in maniera casuale per dimostrare la conoscenza del programma elettorale del partito a cui si sta dando il proprio voto, almeno così mi risparmierei di sentirmi dire "ho votato x perché sembra l'unico onesto"
Edit. Un secondo aspetto a mio parere è invece intrinseco nel concetto stesso di democrazia: sulla carta è fantastico che di fronte alle urne uno valga uno, ma nella pratica si viene a creare una stortura dove a decidere non è necessariamente chi si interessa della gestione politica del paese, ma piuttosto la pancia delle persone diventando così un fiorire di populismi. In aggiunta all'obbligo inserirei anche un test a crocette molto semplice su una decina di argomenti scelti in maniera casuale per dimostrare la conoscenza del programma elettorale del partito a cui si sta dando il proprio voto, almeno così mi risparmierei di sentirmi dire "ho votato x perché sembra l'unico onesto"
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è un ottima riflessione, ci vedo qualche debolezza: come definiamo la soglia di validità minima? Se troppo bassa, rischi abusi del sistema con blocchi continui, governo incapace di operare perchè formalmente inesistente, costi enormi per le tornate elettorali. Inoltre il pericolo di manipolazioni populiste aumenta esponenzialmente, se utilizzato per fare lo sgambetto.gggz ha scritto: ↑oggi, 6:43 Personalmente sarei a favore dell'obbligo solo a condizione che la scheda nulla venga considerata nel conteggio in maniera differente da quella attuale; non ho un'idea precisa del come esattamente, ma una cosa del tipo che se vincessero le schede nulle le elezioni sarebbero da rifare con il divieto di riproporre gli stessi candidati (o con uno sbarramento). Insomma, se da una parte c'è l'obbligo di recarsi alle urne, dall'altro ci deve essere l'impegno a candidare politici presentabili
Il mio angolo d'approccio, riconoscendo il problema che poni, è un poco diverso. Da un lato la introduzione dell'obbligo, crea a poco a poco una coscienza civile con cittadini maggiormente informati (riferirsi agli studi effettuati in Belgio su questa tematica), quindi in considerazione del fatto che la classe politica emerge dal basso, avremmo col tempo dei dirigenti politici di qualità maggiore.
L'altro strumento da introdurre, questo da prendere con le pinze, è un sistema di responsabilizzazione della dirigenza politica, simile a quanto avviene nel settore privato.
Butto lì una bozza poco ragionata: introdurre dei sistemi di misurazione "S.M.A.R.T." per l'operato dei ministri. Introdurre la responsabilità diretta reale dell'area: non esiste che sia dirigente di un team e quando ci sono problemi questi vadano addebitati ai miei sottoposti (attuale scaricabarile). Basandosi su un sistema oggettivo di valutazione della prestazione dirigenziale, il rituale di aggiornamento in parlamento diventa più razionale ed oggettivo, portando a conseguenze direte (per esempio decurtazione stipendio, divieto di partecipazione a tornate successive, etc).
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Beato te, io stesso che l'ho scritta ne vedo molte più di "qualche"
Si tratta di un argomento veramente complesso nonché delicato, sicuramente un'idea partorita alle 6.30 in metropolitana è possibile sia una puttanata, l'unica speranza è che potesse fungere da spunto
Io sfortunatamente sono un eterno disilluso e non riesco a vedere come un miglioramento possa arrivare dalla stessa classe politica che ha invece tutti gli interessi a peggiorare l'offerta. Un votante istruito è un potenziale pericolo alla propria poltrona.Mauer ha scritto: ↑oggi, 7:03
Il mio angolo d'approccio, riconoscendo il problema che poni, è un poco diverso. Da un lato la introduzione dell'obbligo, crea a poco a poco una coscienza civile con cittadini maggiormente informati (riferirsi agli studi effettuati in Belgio su questa tematica), quindi in considerazione del fatto che la classe politica emerge dal basso, avremmo col tempo dei dirigenti politici di qualità maggiore.
L'altro strumento da introdurre, questo da prendere con le pinze, è un sistema di responsabilizzazione della dirigenza politica, simile a quanto avviene nel settore privato.
Butto lì una bozza poco ragionata: introdurre dei sistemi di misurazione "S.M.A.R.T." per l'operato dei ministri. Introdurre la responsabilità diretta reale dell'area: non esiste che sia dirigente di un team e quando ci sono problemi questi vadano addebitati ai miei sottoposti (attuale scaricabarile). Basandosi su un sistema oggettivo di valutazione della prestazione dirigenziale, il rituale di aggiornamento in parlamento diventa più razionale ed oggettivo, portando a conseguenze direte (per esempio decurtazione stipendio, divieto di partecipazione a tornate successive, etc).
Giusto per inquadrarmi un po' meglio: non è da tanti anni che sono tornato a votare, spinto più da dovere civico che altro, ma per una decina buona di anni mi son rifiutato. Sono un po' più giovane dell'utente medio del forum (35) e non ho mai avuto la possibilità di andare a votare in maniera convinta, ma mi sono sempre dovuto tappare il naso. Tuttavia anche oggi che vado regolarmente a votare cercando di essere sufficientemente informato, non c'è mai stata una volta in cui non uscissi con un senso di disgusto, di fallimento, di aver dovuto dare il mio "ok" ad un candidato che non rispetto. Esemplificando e banalizzando, quando faccio un colloquio e tutti i candidati fan pietà preferisco non selezionarne alcuno.
Ultima modifica di gggz il mercoledì 5 febbraio 2025, 7:24, modificato 1 volta in totale.
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proprio per questo motivo che vale la pena di ragionarci, imho. Credo nella possibilità di evolversi, come società, attraverso l'educazione ( ) come sforzo corale e lascito per le generazioni a venire. Stiamo facendo molto poco in questo senso, eppure è sempre stata la spinta, la forza che ci ha fatto arrivare sino a qui (più o meno).
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non la sapevo questa, e' una buona idea, mi sarei immaginato qualche problema legale nel farlo
Comunque se tutti andassero a votare i partiti di estrema destra/sinistra conterebbero meno, quindi sarei favorevole.
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