Di seguito la mia visione delle relazioni, dopo anni di letture e una certa (pessima) esperienza personale.
Partiamo dalle basi: tendenzialmente dopo un certo tempo di frequentazione con una persona, è comune pensare che si diventi una coppia. Quindi la frequentazione, diventa relazione, si passa dall'infatuazione, all'innamoramento, all'amore vero e proprio e nel frattempo si comincia a costruire insieme le basi di una relazione stabile.
Nelle persone che ritengono la monogamia l'unico assetto relazionale possibile, quello che si prospetta è un futuro univoco. Desideri, attenzioni, interessi, problemi, ansie, obiettivi, sesso, indirizzate unicamente in una direzione. Molto romantico, sulla carta, peccato che all'atto pratico siamo animali gregari, curiosi e che tendono alla socialità.
Quindi dopo un tempo variabile arriva, quasi inevitabilmente, quel lieve senso di noia e frustrazione che, spesso, si traduce in un innocente flirt con la/il collega che ci intriga, oppure la ricerca di attenzioni virtuali dalla tipa o dal tipo che ci ammicca dal profilo instagram, piuttosto che l'iscrizione sui vari Tinder / OkCupid e menate varie.
Questo si traduce spesso in tradimenti più o meno sporadici, in delusioni, senso di colpa, sfiducia e via dicendo. Tutte cose poco carine e, tendenzialmente evitabili solo in due modi: rinunciare alla nostra natura puntando tutto su un'unica persona sperando che anche questa faccia altrettanto, o partendo dall'ammissione che non si può garantire eterna fedeltà a un essere in continua evoluzione, la cui versione attuale ci piace, ma la prossima? Evolverà con noi, come noi? La troveremo sempre attraente e stimolante?
L'assetto poliamoroso ha diverse sfaccettature e NON è "andare a scopare in giro" perché è ben più complesso e, volendo, impegnativo di così. Uno degli assetti possibili prevede una coppia centrale e/o principale e altre persone che vi gravitano attorno. Tutte le persone sono consapevoli della reciproca esistenza e si presuppone nessuna debba o voglia scavalcare i proprio ruolo. Si stabiliscono a tavolino regole e paletti (dalla contraccezione, alla quantità e qualità del tempo che si vuole condividere con il partner principale e con gli altri), ci si premura di fare esami e test regolari per evitare di diventare distributori di malattie sessualmente trasmissibili e si procede partendo dal presupposto che il dialogo e il rispetto sono la parte fondamentale per avanzare. E se una parte si trova in difficoltà con la gestione di questo tipo di assetto, si ritorna a parlarne e valutare come e se procedere.
La coppia aperta è ancora una cosa diversa, decisamente più basic, che non prevede relazioni amorose parallele tra più partner, ma qualcosa più simile alla "trombamicizia". Non c'è una finalità affettiva, la ricerca di tempo di qualità. Rispettabile, ma IMHO meno sicuro perché non si parte dal presupposto di dover agire in trasparenza nei confronti di tutti i partner sessuali coinvolti.
Due domande per far partire la discussione:
1) voi monogami da quanto non vi fate un test per le malattie sessualmente trasmissibili? Il fatto che voi non facciate niente con nessun altro, non significa che la vostra controparte non l'abbia fatto
2) se pensate che una sola persona possa rispondere a tutte le vostre necessità affettive, perché invece avete più di un amico? Qual è la differenza? Che non scopate? Sul serio vi impressiona così tanto l'idea di scambiarvi fluidi corporei per il gusto di farlo e non perché la persona con cui lo fate "vi appartiene"?