Lo hanno buttato in mezzo ai corvi e n'è uscito bacato!
Inviato: mercoledì 3 luglio 2024, 13:07
Era tipo Novembre, giù di lì, di circa dieci anni fa.
Vado a prendere Figlio all'asilo. Lui come al solito mi corre incontro ridacchiando, vuole fare il giro dal giardino della scuola..
Mi prende per mano, e facciamo come vuole lui. In un angolo del giardino c'è uno scivolo, con i giochi dei bambini e un paio di corvi ci stanno svolazzando attorno.
La cosa mi pare strana, penso che magari qualche gagnetto ha mollato lì del cibo. A un tratto sentiamo un pigolare colmo di disappunto.
Figlio mi guarda, io lo guardo. Non faccio in tempo a dire nulla, che lui muove qualche passo in direzione del "PRRRIIIII!" si acquatta e vede qualcosa di peloso nascosto appena sotto lo scivolo.
Tiro figlio dietro di me, sia mai sia un topo di dimensioni importanti, e penso già che tutto sommato i quokka sono maestri di vita: davanti al pericolo, afferra il tuo cucciolo e lancialo in direzione della minaccia. Se ti dice bene, la minaccia scappa e sopravvivono tutti, in alternativa tu puoi ancora procreare. Non è vero, scherzo.
Faccio un paio di passi e sta palla di pelo, alza la testa. Ha il muso un po' insanguinato, perché probabilmente un corvo lo ha beccato.
Raccolgo sto coso, prendo la mano di figlio, i corvi mi bestemmiano per avergli rubato la cena, e ci mettiamo a cercare eventuali altri fratellini o mamma gatta.
Figlio giustamente mi fa notare che se ci fossero altri gattini o una mamma l'avrebbero vista in giro durante la giornata.
Contatto l'allora non-ex, gli racconto di aver trovato un micio molto piccolo, probabilmente imbottito di vermi, e che non posso mica mollarlo lì.
Smadonnamenti vari sull'onda di "non voglio gatti."
Parcheggio Figlio dalla nonna e porto il gatto dal veterinario. Scopro che i veterinari fanno un sacco di nero e capisco di aver sbagliato tutto nella vita.
Ma, ehi... Ora ho un gatto non ancora svezzato e che cagherà vermi per tempo indefinito.
Non ho cibo, non ho ciotole, non ho lettiere, insomma mi ingegno e col gatto in borsa mi procuro il necessario. Non esattamente economico il primo giorno da gattara.
La borsa l'ho dovuta buttare insieme a un sacco di altra roba perché ovviamente ha pensato fosse coerente pisciarci dentro, ma questa era solo la prima delle sue tante scelte quantomeno discutibili.
Per quasi 10 anni, mi ha dormito addosso, ha sfasciato tre divani riducendoli in colabrodo, ha preso a schiaffi tutti, soprattutto il fratellastro perché che fai, "non lo prendi un altro gatto che così si fanno compagnia?". Non c'è una sola persona entrata in questa casa che non si sia presa una soffiata. Ma quando capiva che eri di famiglia, non mancava di accoglierti, giudicarti e poi concederti una testatina di supporto.
Dopo una delle nottate più brutte della mia vita, stamattina ho accompagnato Kyuubi nel suo ultimo viaggio.
Ci siamo dati un'ultima testatina e non ho smesso di accarezzarlo nemmeno per un attimo, anche dopo aver tirato l'ultimo sospiro scocciato.
Ora guardo la ciotola dell'acqua che gli avevo avvicinato perché non riusciva ad arrivarci, e non riesco a toglierla da lì.
Mi sembra strano non sentire le sue unghie che squartano il divano e io che gli sbraito "GAAATTOOO, PORCA MADÒ!"
E ora stupido gatto, vai e insegna ai gattini del futuro a distruggere divani, prendere a zampate la tv quando qualcuno gioca con la play e reclamare crocche di marca perché "stammerda te la mangi tu, cicciona del cazzo".
Vado a prendere Figlio all'asilo. Lui come al solito mi corre incontro ridacchiando, vuole fare il giro dal giardino della scuola..
Mi prende per mano, e facciamo come vuole lui. In un angolo del giardino c'è uno scivolo, con i giochi dei bambini e un paio di corvi ci stanno svolazzando attorno.
La cosa mi pare strana, penso che magari qualche gagnetto ha mollato lì del cibo. A un tratto sentiamo un pigolare colmo di disappunto.
Figlio mi guarda, io lo guardo. Non faccio in tempo a dire nulla, che lui muove qualche passo in direzione del "PRRRIIIII!" si acquatta e vede qualcosa di peloso nascosto appena sotto lo scivolo.
Tiro figlio dietro di me, sia mai sia un topo di dimensioni importanti, e penso già che tutto sommato i quokka sono maestri di vita: davanti al pericolo, afferra il tuo cucciolo e lancialo in direzione della minaccia. Se ti dice bene, la minaccia scappa e sopravvivono tutti, in alternativa tu puoi ancora procreare. Non è vero, scherzo.
Faccio un paio di passi e sta palla di pelo, alza la testa. Ha il muso un po' insanguinato, perché probabilmente un corvo lo ha beccato.
Raccolgo sto coso, prendo la mano di figlio, i corvi mi bestemmiano per avergli rubato la cena, e ci mettiamo a cercare eventuali altri fratellini o mamma gatta.
Figlio giustamente mi fa notare che se ci fossero altri gattini o una mamma l'avrebbero vista in giro durante la giornata.
Contatto l'allora non-ex, gli racconto di aver trovato un micio molto piccolo, probabilmente imbottito di vermi, e che non posso mica mollarlo lì.
Smadonnamenti vari sull'onda di "non voglio gatti."
Parcheggio Figlio dalla nonna e porto il gatto dal veterinario. Scopro che i veterinari fanno un sacco di nero e capisco di aver sbagliato tutto nella vita.
Ma, ehi... Ora ho un gatto non ancora svezzato e che cagherà vermi per tempo indefinito.
Non ho cibo, non ho ciotole, non ho lettiere, insomma mi ingegno e col gatto in borsa mi procuro il necessario. Non esattamente economico il primo giorno da gattara.
La borsa l'ho dovuta buttare insieme a un sacco di altra roba perché ovviamente ha pensato fosse coerente pisciarci dentro, ma questa era solo la prima delle sue tante scelte quantomeno discutibili.
Per quasi 10 anni, mi ha dormito addosso, ha sfasciato tre divani riducendoli in colabrodo, ha preso a schiaffi tutti, soprattutto il fratellastro perché che fai, "non lo prendi un altro gatto che così si fanno compagnia?". Non c'è una sola persona entrata in questa casa che non si sia presa una soffiata. Ma quando capiva che eri di famiglia, non mancava di accoglierti, giudicarti e poi concederti una testatina di supporto.
Dopo una delle nottate più brutte della mia vita, stamattina ho accompagnato Kyuubi nel suo ultimo viaggio.
Ci siamo dati un'ultima testatina e non ho smesso di accarezzarlo nemmeno per un attimo, anche dopo aver tirato l'ultimo sospiro scocciato.
Ora guardo la ciotola dell'acqua che gli avevo avvicinato perché non riusciva ad arrivarci, e non riesco a toglierla da lì.
Mi sembra strano non sentire le sue unghie che squartano il divano e io che gli sbraito "GAAATTOOO, PORCA MADÒ!"
E ora stupido gatto, vai e insegna ai gattini del futuro a distruggere divani, prendere a zampate la tv quando qualcuno gioca con la play e reclamare crocche di marca perché "stammerda te la mangi tu, cicciona del cazzo".